martedì 27 agosto 2013

Marketing virale: il passaparola 2.0

Rete 800x533

È virale un messaggio che si diffonde sul web alla velocità di un’infezione: campagne pubblicitarie di questo tipo possono raggiungere visualizzazioni spropositate, toccando milioni di persone. Ma cos’è essenzialmente il viral marketing? E il non-conventional marketing? Quali possibilità abbiamo per far diventare i nostri contenuti virali?
Iniziamo dalle basi: esattamente, e in maniera semplice, ci spieghi che cosa vuol dire viral marketing?
Il marketing virale è l’evoluzione della forma più antica di promozione, il passaparola
Oggi Internet è una gigantesca rete di connessioni tra persone che scambiano consigli e opinioni tra loro. Se un messaggio è ritenuto interessante da un utente questo lo condivide con la propria rete di contatti. Se i suoi contatti lo condividono a loro volta il messaggio raggiunge un numero esponenziale di utenti propagandosi velocissimo come un virus: da qui il termine virale.
E non conventional marketing?
Il Marketing non convenzionale è l’unico modo efficace per comunicare on-line. Per riuscire a ottenere l’attenzione degli utenti, in un ambiente affollato di stimoli come il web, bisogna trovare modi sempre nuovi di comunicare.
Qualche tempo fa, sul blog di Likeable – società di comunicazione americana specializzata in social media marketing – il presidente della società scrisse: “Non esiste una ricetta per rendere virale un video”. È davvero così?
Verissimo. Prima di tutto è necessario capire che non esiste una viralità assoluta: un contenuto può essere virale per un gruppo di utenti ma irrilevante per altri. Per esempio i 93 milioni di persone che hanno visto il video Kony 2012 (documentario che promuove una campagna umanitaria di Invisible Children, link: http://youtu.be/Y4MnpzG5Sqc), è un pubblico differente degli 85 milioni che hanno visto Nyan Cat (cartoon di un ipnotico gatto volante, link: http://youtu.be/QH2-TGUlwu4).
Quando si realizza un video destinato alla condivisione on-line bisogna conoscere il proprio target, i suoi interessi e i suoi linguaggi. Se si centra questo obiettivo i risultati sono assicurati.
Quanto conta il web per la diffusione di un brand e come possiamo misurare il ROI (Return On Investment, il ritorno in termini di vendite di un messaggio pubblicitario) delle nostre campagne?
Il web è un canale potentissimo per promuovere un brand. La possibilità di incuriosire con un video e fornire informazioni dettagliate sul proprio prodotto,  la rapidità della vendita diretta e la facilità con cui si può instaurare un dialogo con i propri clienti, sono tutti indubbi vantaggi per il settore commerciale. 
Gli strumenti digitali forniscono dati dettagliatissimi per valutare il ritorno sull’investimento. L’enorme mole di informazione disponibile pone però un rischio di sovraccarico informativo. Bisogna avere i giusti strumenti ed essere in grado di interpretarli.
Seth Godin usa la metafora della “mucca viola” per spiegare che nel comunicare la propria azienda occorre uscire dall’ordinario, stupire, essere diversi. Quanto conta la creatività nel marketing?
Nel marketing tradizionale a mezzo TV, stampa e affissione il primo parametro per una buona campagna è il numero di esposizioni. Vale la regola che qualsiasi messaggio ripetuto un alto numero di volte, raggiunge il destinatario.
Su Internet basta un click per neutralizzare un annuncio invasivo o ritenuto non interessante. La creatività deve essere la base in una strategia di marketing virale. Se riesco ad incuriosire, stupire o emozionare il mio target, questo diventa ambasciatore della mia comunicazione. Solo un messaggio interessante viene condiviso, innescando così il processo di diffusione virale.

Fonte Immagine: Utente Flickr Dell’s Official Flickr Page) 

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