venerdì 13 settembre 2013

L’avvento del nofollow nella SEO moderna

Stare al passo con i tempi è fondamentale, soprattutto se parliamo di Seo, Google e cambiamenti nell'algoritmo che possono influenzare il nostro lavoro


L'avvento del nofollow nella SEO moderna
Photo credits @Thinkstock // iStockphoto - 156504048
La SEO, questa disciplina che da sempre ha caratterizzato il mondo della visibilità sul Web, ultimamente sta cambiando.
Cambiano gli scenari, cambiano gli algoritmi dei motori di ricerca e cambiano le abitudini e le esigenze dei navigatori sul Web.
Google dopo gli aggiornamenti di Google Panda, EMD Update e Google Penguin ha rivoluzionato il “vecchio modo” di concepire la SEO ma non solo, infatti anche i copy che scrivono articoli per il Web devono prestare attenzione ad alcuni meccanismi che man mano sono stati innestati  e messi in piedi da Google.
In primo luogo l’utilizzo delle anchor text con “keyword secca” all’interno di un’articolo non solo potrebbe perdere valore, ma, se utilizzata in modo massivo, (ovvero se la maggior parte dei link che atterrano sul vostro sito arrivano solo da quella keyword) potrebbe far scattare tutta una serie di meccanismi (Google Penguin e relative release) che potrebbero portare un calo di visite al sito Web (linkato) o in casi estremi a una penalizzazione.
Proprio nella prima settimana di settembre 2013 (per l’esattezza il 4 settembre 2013) molti Webmaster di tutto il mondo hanno segnalato significativi cali di visite o (aumenti) inaspettati, segnale di test di nuovi possibili aggiustamenti dell’algoritmo di Google (anche se non sono state rilasciate comunicazioni ufficiali).

Come dovrebbero essere i link che arrivano al nostro sito Web secondo Google?

1) Naturali (cioè? quindi? what?)
2) Con anchor text differenti e differenziate
3) Sia follow che no follow (per publiredazionali, widget, banner o guest post)
Ripercorriamo le dichiarazioni fatte da Matt Cutts, team leader della squadra anti-spam di Google:
I link nei widget e nelle infografiche devono avere l’attributo rel=”nofollow”
I link che arrivano da publiredazionali o guest post di bassa qualità o a a pagamento da oggi devono avere l’attributo nofollow
Quindi chi scrive articoli e posiziona link in guest post o publiredazionali a pagamento è fondamentale che metta l’attributo nofollow a tali link. Inoltre è buona norma inserire o nel titolo o a fondo articolo la dicitura “contenuto sponsorizzato” in caso di guest post o articoli a pagamento. Se ci atteniamo a queste norme saremo certi di non incappare in segnalazioni da parte di Google o ad aggiornamenti più “cattivi” di Google Penguin. Esistono già esempi di penalizzazioni da guest post a pagamento come è avvenuto a Interflora nel febbraio 2013.
Cercando di riassumere:
  • Tutti i tipi di annunci annunci pubblicitari, testuali o banner, widget o infografiche devono avere l’attributo rel=”nofollow”;
  • Articoli o publiredazionali a pagamento devono avere la dicitura (articolo sponsorizzato) e eventuali link presenti devono essere nofollow;
  • Per evitare penalizzazioni, negli articoli distribuiti su siti di comunicati stampa con anchor text ottimizzate, queste devono essere nofollow;
  • I link nei  footer di siti Web non devono “passare” PageRank e quindi devono essere nofollow.
Bene ora che conosciamo tutte queste regole arriva una domanda intelligente a cui Matt Cutts fornisce la sua solita risposta “vaga”:

I link nofollow possono influenzare negativamente il ranking in Google?

Secondo Cutts la risposta è No… ma se abusiamo di tecniche di spam nella creazione di link (come diffusione massiva di articoli o commenti con anchor text ottimizzate) allora potremmo cadere sotto la lente d’ingrandimento di Google e incappare in una penalizzazione manuale.
Ora abbiamo il quadro completo dell’utilizzo del rel nofollow nelle nostre strategie di visibilità sul Web, ma una domanda sorge spontanea: “ma se utilizzassimo tutte queste tecniche per fare NEGATIVE SEO verso un nostro competitor”?
La mia risposta a tale quesito è che oggi, con gli ultimi aggiornamenti dell’algoritmo, purtroppo è più facile utilizzare tecniche black hat per cercare di disturbare un sito di un competitor.
La SEO moderna si sta evolvendo e rivoluzionando è quindi fondamentale aggiornarsi e adottare tecniche pulite e lineari.
Prima di salutarvi… Conoscete https://www.google.com/experimental/gmailfieldtrial/? Questo modo di pensare e di concepire le cose da parte di Google sarà sicuramente un pilastro nella nuova “rivoluzione” SEO.

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